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Viaggi d'altro tipo - Il cammino di suor Rita

Un paio d'anni fa mi è capitato d'incontrare un personaggio molto singolare e positivo, che incarna in tutto e per tutto lo spirito del viaggio. Si trattava di una suora francescana, decisa ad arrivare a piedi da Pisa fino a Lourdes. Stavo per partire per il Brasile, e il conoscerla mi sembrò un buon auspicio. Voglio parlarvi di lei e di quello che mi disse durante il nostro incontro, in un giorno d'estate a Sanremo.

Rita Mantovanelli è una suora francescana devota a santa Rita da Cascia, che ha scelto di fare della sua vita una missione per aiutare i bisognosi e gli ultimi. A Pisa organizza spontaneamente una mensa per i poveri e i senzatetto che frequentano la zona della stazione. Da anni vive la carità come un dovere e la sua missione è raccogliere offerte, preparare il pranzo e presentarsi alle 12 in punto con un carrello pieno di pasta fumante, frutta, pane e caffè da distribuire a chi altrimenti resterebbe a digiuno.

Chiede elemosina per dare elemosina agli emarginati, agli esclusi che abitano il limite della società, e che con la loro immobile presenza tracciano anche i confini del mondo civile: “Ho iniziato portando latte caldo e biscotti durante la notte, per confortare questi nostri fratelli meno fortunati. Poi ho deciso di preparare ogni giorno il pranzo e di distribuirlo con un carrello della Coop: è successo durante un pellegrinaggio ad Assisi. È stata una chiamata e non potevo non rispondere. So che può sembrare strano per chi non crede, ma è andata proprio così. Avverto il desiderio di cucinare per i poveri. Vorrei creare una struttura e chiamarla “Ho sete, una mensa per i poveri”, che magari possa ospitare una comunità e che abbia un pezzetto di terra. Mi piacerebbe restituire la dignità a quelli a cui ogni giorno viene tolta e che vengono giudicati: coltivando la terra, lavorando insieme, aiutando gli altri” mi dice con un sorriso luminoso e gli occhi che brillano.

Poi decide di partire, di mettere alla prova sé stessa e la sua forza di volontà (anche se lei avrebbe detto fede). Il suo cammino comincia da Pisa il 22 maggio 2012, per portare la parola del Vangelo nelle città in cui si sarebbe fermata lungo la strada. Quando gli chiedo come mai, mi risponde che non è facile da capire per chi non crede, “Mi sono sentita chiamare e mi sono messa nelle mani di Dio”. Quando la incontro, è partita da quasi una settimana, e mi dice che ogni giorno riesce a coprire dai 30 ai 40 km (!), armata semplicemente di una borraccia, dei sandali bucati, uno zaino con le sue cose e un bastone del pellegrinaggio per “Santiago di Compostela”.

“Sono una francescana libera: libera vuol dire ho fatto i voti di povertà e di castità, ma ho deciso di non vivere in convento, ma per strada, con gli ultimi, come san Francesco e Madre Teresa. Strada facendo voglio portare una testimonianza delle parole del Vangelo nei cuori della gente, un messaggio di speranza. La gente non ama Dio perchè non lo conosce. Io l'ho incontrato e dedico la mia vita a chi ha bisogno. Dopo essere partita da Pisa, sono stata a La Spezia, Viareggio, Alassio e ora Sanremo: cerco di fermarmi nei centri più grandi per trasmettere a più persone l'esperienza del mio cammino. Io mi reputo un niente nelle mani di Dio, per fare qualcosa per qualcuno.”

Le faccio notare che ho qualche perplessità sulla Chiesa, che sono d'acccordo con le cose di cui mi sta parlando, ma che tutte quelle ricchezze stonano col messaggio di umiltà di Cristo. “La chiesa è madre, anche se ha delle contraddizioni. Io so cosa devo fare: voglio essere povera tra i poveri, dato che nella povertà ho trovato la ricchezza e nella solitudine la compagnia. Vorrei far capire alle persone che dovrebbero vivere con più calma, accontentandosi di quello che hanno e non bramare sempre qualcosa. Se hai uno vuoi due, e se hai due vuoi tre: la gente che ha potere e ricchezze non è mai serena, gli manca qualcosa. La gente non è felice perchè si dimentica che Dio ci ama. La mia è una testimonianza che con niente vuole far felice altra gente e lottare per la pace". Mi confida che scrive un diario e fotografa le persone che incontra, per ricordarsi e documentare il suo cammino spirituale. Prima di salutarmi e ripartire mi dice che niente è impossibile se si ha fede.

Sono passati quasi due anni nel frattempo, e per molto non ho più pensato a questo incontro. Qualche giorno fa, poi, mi è tornata alla mente e allora ho digitato il suo nome su Google. Bè, aveva proprio ragione sul fatto che se si vuole davvero, si può riuscire a far tutto: non solo è arrivata a Lourdes, ma è anche tornata e ripartita alla volta di Pozzuoli.

Basta volerlo. Trovare il coraggio, lo zaino con quelle poche cose è li che ti aspetta. Non aver paura di scordarti qualcosa, è fatto apposta per essere riempito da ciò che troverai lungo la strada. È svegliarsi una mattina e decidere di partire. Andare...

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