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"Senza meta - Looking for love" - Il viaggio di Marzia, Atto I

Quante volte mi sono sentita dire: "Vai a quel paese" e quante volte ho risposto: "Vacci tu". Oggi, nel mio centesimo giorno, mi ci ha mandato metaforicamente la mia amica toscana Stefania ed io ho cambiato strategia. Ho deciso di andarci e, con immenso piacere, eccomi qui a scrivere per voi, su questo magnifico blog fatto di persone che condividono grandi passioni.

Sono Marzia, ho 37 anni, sono nata a Milano da genitori abruzzesi e cresciuta ad Arese, un paesino di provincia. Mi definisco Architetto di formazione, Clown per diletto e Viaggiatrice per scelta della mia anima.

Dopo aver vissuto 35 anni alla ricerca della realizzazione di tutto ciò che la società impone, ho deciso di privarmi di ogni cosa, di essere padrona solo della mia vita e di partire. Se mi chiedete per dove, non vi so rispondere.

Non ho un vero e proprio progetto, per il mio viaggio mi sono data una modalità, un filo conduttore ed uno scopo. La modalità è senza meta ed è la filosofia di vita che ho deciso di tatuarmi sui piedi dopo il Cammino di Santiago. Questo non vuol dire che io sia in viaggio senza destinazione, ma che la cosa importante, per me, sia godermi il percorso. Il filo conduttore è Looking for love. Vorrei calpestare il mondo non per riempire il planisfero di puntine, ma per conoscerlo attraverso le persone che incontrerò. Non sono alla ricerca di un fidanzato, ma di quella forma di “Amore” incondizionata verso il prossimo, la natura, gli animali, la vita, l’architettura, le religioni, il cibo. Se poi dovesse arrivare anche il grande amore, ora avrei la serenità per stabilire una relazione sana. Per me il mondo non è fatto solo di continenti, visti o confini, è costituito sopratutto da persone. Lo scopo è di far esprimere desideri. Viaggio con una lampada di ottone, tipo quella di Aladino, e faccio esprimere i desideri. Non ho la pretesa di esaudirli, ma ho il desiderio di aiutare le persone a focalizzare il loro, attraverso un atto ludico di condivisione. Scrivono e mi affidano i loro sogni e, da quel momento, il loro inconscio avrà chiara la meta. Se dovessero cercare il percorso per raggiungerla, tutti i sogni rinchiusi nella mia preziosa lampada, si avvereranno. E non grazie a me.

In tanti mi chiedono perché mi sono messa in viaggio ed io rispondo semplicemente: "Perché no?".

Non so come spiegarlo, ma ciò che ai vostri occhi sembra eccezionale, per me è normalità. Non sento di fare una cosa fuori dal comune, per me è come aver comprato un paio di scarpe che mi piacevano tanto o mangiare il mio dolce preferito. Ho fatto uno zaino e sono partita per poter essere completamente me stessa. Ho perso la cognizione del tempo, dello spazio e degli obblighi sociali. Viaggio secondo i ritmi del sole, comprendo da quanto tempo sono in viaggio in base al ciclo lunare, lo spazio non ha più metro di lunghezza e viaggio con qualsiasi mezzo possibile perché non voglio limitarmi in nessun modo, l'unico obbligo sociale che ho è essere una buona persona e portare cose buone nel mondo.

E allora vai cara Marzia, vai a quel paese, qualunque esso sia, segui gli eventi e le correnti della vita perché le sai riconoscere.

Sono partita la notte di luna piena di settembre e ho festeggiato i miei primi cento giorni di viaggio con due splendide notizie: iniziare una collaborazione con una scuola media e poter scrivere su questo blog con cadenza fissa.

Ed eccomi qui, con l'emozione di dovervi spiegare chi sono, cosa faccio e dove sono.

Sono partita da Arese con un itinerario abbozzato per andare verso ovest. Sono giunta a Torino per motivazioni logistiche, ma il mio bla bla car per Marsiglia non è mai partito ed io ho vissuto la mia prima splendida esperienza di couchsurfing. Poi un amico di Verbania è venuto a conoscenza del mio viaggio e mi ha chiesto di raggiungerlo per qualche giorno. Sono andata, ho cercato un nuovo bla bla car e raggiunto Barcellona. Visito Montserrat, Sitges e Cardona, tre esperienze diverse e bellissime. Finalmente sento fortemente che è il mio viaggio. Poi ho raggiunto Madrid, sono stata ospitata da un'amica a Villaviciosa de Odon dove ho visduto la quotidianità del potermi sentire a casa e al sicuro. Ho raggiungo Luarca e percorso circa 280 km a piedi sotto la pioggia fino a Santiago de Compostela lungo il Cammino del Nord. Dopo questa esperienza sono tornata a Madrid, visitato la città ed alcuni paesi limitrofi considerati Patrimoni dell'Umanità. Poi mi sono "persa", ho realizzato che cosa stessi facendo, che non si trattava di una lunga vacanza e che mi ero avventurata in una cosa più grande di me. Mi sono confrontata con le preoccupazioni della mia famiglia, i soldi che avrei speso, i dubbi di potercela fare da sola e soprattutto di dove sarei finita senza un itinerario preciso. Io e la mia amica ci siamo concesse un week-end favoloso a La Manga, nel sud della Spagna, ed io ho potuto far ordine dentro me. Lei mi ha permesso di stare in casa sua a lungo ed un giorno tutto è diventato chiaro. Ho contattato i viaggiatori che seguo via facebook, tutti la stessa risposta: "E' tutto normale, prosegui, non avere paura, ti aspettano solo cose belle".

Ricordo di aver pensato che fin dall'inizio dico di aver messo le ali e di essermi accorta che non le stavo usando. Nell'incertezza di quale parte di sud America raggiungere, mi dono trovata a stravolgere i piani. Grazie a Claudio ho acquistato un biglietto per il Nepal senza alcuna esitazione ed il mio itinerario si è spostato verso est. Prima di prendere quel volo mi sono diretta a Lisbona per visitare Fatima e salutare l'oceano, ma soprattutto per incontrare Paolo. E' un amico virtuale che ha gestito le mie paure, i miei nervosismi e le mie incertezze ed ha scelto di raggiungermi per rassicurarmi. A lui e Sonia devo il mio essere ancora sulle strade del mondo. Ora vi scrivo dal Nepal, da un paesino della Kathmandu Valley dove si vive con l'essenziale. Sono qui da tre settimane e sto vivendo una splendida esperienza di volontariato per un orfanotrofio e proprio ieri, a sorpresa, mi hanno chiamata su un palco per consegnarmi la fascia di "special guest" come ringraziamento per ciò che sto facendo per loro, una sorta di riconoscimento della comunità che mi accetta.

Fino ad oggi ho incontrato persone speciali, visto luoghi bellissimi, trovato nuovi amici, mi sono sentita a casa nei luoghi in cui mi hanno ospitata, ho condiviso giorni di viaggio con altre persone, mangiato piatti tipici ovunque, ascoltato musica, amato intensamente per poche ore, conosciuto artisti di strada con storie speciali, visto mia madre a Santiago, sono stata raggiunta da un follower ed uno dei libri, che abbandono nel mondo, è stato trovato. Ho compreso il valore della parola solidarietà. Mi sono persa ed ho trovato un passaggio, avevo fame e mi hanno aperto la porta di casa, ho pianto e mi hanno rassicurata, mi sono fatta male e mi hanno assistita, mi sentivo sola e in difficoltà e Paolo mi ha raggiunta. Sapete bene, però, che ogni medaglia è composta da due facce ed ecco il rovescio di quanto vi ho appena descritto. Mi hanno rubato il cellulare, mi sono fatta male ad un ginocchio, mi si è rotto un dente, faccio i conti con un mondo che non usa il bidet, ho perso/rotto parte del mio equipaggiamento, dormo in letti sempre diversi, impazzisco alla ricerca di wi fi e come donna sola devo affrontare paure che gli uomini non hanno.

Eppure tutto questo si affronta, e in qualche modo si risolve, perché le gioie date dalla scelta che ho fatto, mi ripagano di tutto, sempre.

Ci sono comunque giorni più pesanti, quando la mia anima mi parla, quando si perde - perché viaggio senza meta -, quando sente la mancanza di casa e di "normalità", quando avrebbe bisogno di una parola di conforto, ma non c'e' nessuno. Ci sono anche questi giorni, che pochi raccontano perché è più bello essere considerati "super eroi" che "umani". Questo non vuol dire che giudichi la loro scelta, ma che io ho deciso di appartenere alla seconda categoria e condividere tutto ciò che mi accade e provo. Non mi considero un super eroe, ma sono certa di possedere un super potere: l'amore per la vita.

Looking for love rappresenta la ricerca dell’ Amore, quello autentico che di manifesta in varie forme perché sono certa che esista e che, ognuno di noi, sia in grado di provarlo e metterlo in circolo nel mondo senza alcuno sforzo. Come dice Einstein: “ Quando gli scienziati erano alla ricerca di una teoria unificata dell’universo, dimenticarono la più invisibile e potente delle forze. L’amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve. L’amore è Gravità, perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte da altre. L’amore è Potenza, perché moltiplica il meglio che è in noi, e permette che l’umanità non si estingua nel suo cieco egoismo. Questa forza spiega il tutto e dà un senso maiuscolo alla Vita. Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo, forse perché l’amore ci fa paura, visto che è l’unica energia dell’universo che l’uomo non ha imparato a manovrare a suo piacimento”.

In un momento storico in cui ci si chiude in individualità, io ho scelto di aprirmi al mondo per dimostrare che l’Amore esiste e che chi lo utilizza vive una vita migliore. Non mi interessa riempire il planisfero di puntine, mi interessa ricordare nomi, occhi e storie. Voglio mettere in circolo il mio amore e alimentarmi di quello altrui. Non ho la pretesa di cambiare il mondo, ma dove possibile, voglio migliorare il mio e quello delle persone che incontro creando una cascata di buone azioni e una catena umana consapevole. A quanto pare, ci sto riuscendo. Non so se conoscete il film "Un sogno per domani" dove l'insegnante assegna agli alunni il compito di rispondere alla domanda: "Cosa vuole il mondo da noi?". Il piccolo protagonista propone la teoria del passa il favore, viene deriso dai compagni, la sua teoria considerata utopistica, l'insegnante si meraviglia, ma la società gli impone di spezzare i sogni delle giovani menti. Beh io la parola "utopia" l'ho rifiutata fin dai tempi del liceo, quando manifestavo per un diritto allo studio sempre più negato, e la teoria del passa il favore l'ho fatta mia da anni, nella vita di tutti i giorni. Ora l'ho amplificata e la porto nelle strade del mondo perché credo fortemente che un mondo migliore sia possibile e che le gocce delle mie azioni, a lungo andare, si trasformeranno in uno tsunami per distruggere ciò che di non buono c'è in questo mondo.

(Ecco due estratti di questo film:

Dopo 100 giorni di viaggio ho una certezza che mi spinge a continuare questa esperienza: aver cambiato la vita di alcune persone. So di aver sbloccato situazioni complicate altrui semplicemente stando ad ascoltare, di aver aiutato le persone a capire cosa desiderano veramente attraverso la lampada, di aver alleggerito vite altrui con le mie piccole azioni e, a volte, di aver avviato grandi cambiamenti, seppur difficili. Tutto questo mi viene riconosciuto da chi ho la fortuna di incontrare, confermato dal cambiamento dell'espressione dei loro occhi, attestato dagli eventi. Condivido tutto questo non per essere onorata come un super eroe, ma per dimostrarvi che la mia teoria non è affatto un'utopistica. Nel mio agire, come sta capitando ora in Nepal, non sono sola perché la catena umana che ho creato nel tempo, a suo modo, ha iniziato a praticare la mia teoria. Ogni giorno, specchiandomi al mattino, mi vedo cambiata. Questo avviene inevitabilmente anche nelle vite altrui. Non so cosa succederà e non me ne preoccupo più. Lascio scorrere la vita e vivo gli eventi ed è una sorpresa continua. Qualsiasi aspettativa mi esporrebbe a delusione.

E ora vado a quel paese qualunque esso sia, perché mi ci conduce la vita. Quindi vi aspetto nella mia prossima latitudine e longitudine di vita. Potete seguire l’evolversi di un’utopia che diventa realtà.

Marzia D'Ascenzo

THREE

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