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Viaggi d'altro tipo - La Critical Mass di primavera a Firenze

La massa critica - o Critical Mass in inglese - è un raduno di ciclisti che, sfruttando la forza del numero, invadono le strade normalmente utilizzate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente, il traffico non ciclistico viene bloccato.

Il movimento ha preso piede da San Francisco, dove nel 1992 si è svolta la prima manifestazione di questo tipo. L'ideale si è poi diffuso in tutto il mondo, dando vita via via ad appuntamenti convenzionali, o come dicono i promotori, «coincidenze organizzate», di ciclisti che, pedalando, attraversano insieme la città.

In italia la prima massa critica si è svolta a Milano nel febbraio del 2002, e da quel momento le iniziative si sono susseguite di città in città in tutta la penisola.

A Firenze, il 27 marzo alle ore 18 e 30, la Critical Mass si dà appuntamento in piazza «Santissima Pedalata (già Santissima Annunziata)».

Abbiamo contattato i massers che si occupano della gestione della pagina Facebook e del blog Critical Mass Firenze per fargli qualche domanda per saperne qualcosa di più.

Quali sono i valori che stanno dietro a quest'idea?

«Di valori, dietro alla Critical Mass, ce ne sono una marea. Andando a ripescare quanto ideato più di venti anni fa a San Francisco, e poi esportato via via in tutto il mondo, il valore condiviso da tutti i partecipanti è sicuramente quello di dare a tutta la popolazione il messaggio che un'altra città è possibile. Una città con meno auto e meno smog.

Noi non demonizziamo l'auto in assoluto, ma ne contestiamo l'uso smodato che se ne fa. Crediamo che dovrebbe essere usata solo quando serve davvero. Proponiamo una città a misura di persona, dove gli spostamenti vengono fatti in maniera utile ed intelligente. Questa città ideale dovrebbe rispettare tutti i suoi abitanti. Nelle aree urbane, lo spazio pubblico condiviso è sempre meno, ed occuparlo con una bici, piuttosto che con un'auto, ha un risultato ed un significato molto precisi.

La Critical Mass vuol far scoprire che andare in bici in città è bello, divertente, e se siamo in tanti, anche sicuro.

Appunto: fare massa critica per diventare il traffico. Meno smog, meno rumore, più tranquillità. E per assurdo ci guadagna anche chi la macchina la deve usare sul serio, trovando meno ingorghi e meno caos.

Direi che questo può essere un riassunto abbastanza essenziale del perché una Critical Mass esiste. In questo momento storico, come esseri umani, abbiamo bisogno di relazioni di qualità, di momenti di condivisione degli spazi, che non si riassumano nella ricerca di un parcheggio, in uno sguardo arrabbiato durante una coda al semaforo. Abbiamo bisogno di poter parlare, di confrontarci. La bici permette tutto questo, pur non penalizzando la velocità degli spostamenti, anzi...».

Come funziona esattamente la Critical Mass?

«La Critical Mass ha cadenza diversa da città a città: c'è chi la fa settimanale, chi a chiamata, chi mensile. Qui a Firenze si organizza l'ultimo giovedì di ogni mese, sempre alla stessa ora. I ciclisti fiorentini lo sanno e si ritrovano in piazza SS. Annunziata. Il blog, Facebook e quant'altro sono tutti utili per ricordare e diffondere la voce, ma la Critical Mass, in generale, si autorganizza».

Cosa intendere esattamente quando dite che la massa è auto-organizzata?

«La massa non è organizzata perché appunto è un momento di democrazia dieretta. Non ci sono leaders, non ci sono organizzatori, non ci sono "capi". Chi è in testa al gruppo sceglie la strada e gli altri seguono.

Ci si ritrova, ognuno con le sue idee, e si pedala, creando appunto una massa critica, cioè un numero sufficiente di bici capaci in quel momento di essere il traffico. Infatti, uno degli slogan più diffusi in tutte le masse del mondo (fin dalla nascita della Critical Mass a San Francisco nel 1992) è: “Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico”. Diciamo che, per un momento e a parti invertite, recitano gli stessi attori urbani di tutti i giorni, solo che le auto sono in minoranza.

Anche per quanto riguarda il blog, la pagina Facebook e la realizzazione di foto e volantini, si tratta di un lavoro interamente collettivo. Non c'è qualcuno che se ne occupa in maniera costante, ma è qualcosa che prende vita dal piccolo contributo volontario di tutti».

Siete in contatto con le Critical Mass di altre città?

«Certo che sì! Alcuni massers di Firenze partecipano anche ad altre masse italiane e non solo.

Inoltre, il fatto che pedalatori di passaggio si imbattano nel nostro raduno per caso, consolida e diffonde i rapporti.

Firenze, ad esempio, ha ottimi rapporti con le masse di Roma, Bologna, Milano. Buoni i rapporti di amicizia anche personale con i partecipanti delle Velorution francesi (in particolare Parigi, Toulouse, Marsiglia), e con tante altre realtà internazionali.

Abbiamo amici sparsi per il mondo, sia italiani andati a vivere oltreoceano, sia stranieri che di volta in volta si trasferiscono a Firenze. La Critical Mass diventa così anche un modo per condividere esperienze, idee, progetti, fare quattro chiacchiere non solo relazionate col mondo della bici.

Da questo punto di vista la Critical Mass è un movimento con una base sociale davvero vasta, che permette un vero e proprio scambio di valori tra persone appartenenti ad ambienti molto diversi tra di loro. La bicicletta unisce e fa da tramite, il resto ce lo mettono i partecipanti, con la loro inventiva, simpatia, genialità».

Per chiunque volesse saperne di più, rimandiamo a due post che trovate sul blog di Critical Mass Firenze.

Uno riguarda le linee guida generali che i massers di tutto il mondo si sono dati (ovviamente con le dovute varianti locali).

L'altro racconta dell'iniziativa Ghost Bike che si svolgerà in occasione della Critical Mass di fine marzo per ricordare Davide, un ciclista che ha perso la vita in un incidente stradale. Verrà depositata una Bicicletta Fantasma in suo ricordo nel luogo in cui è successo, anche per ribadire che «Una buona politica e una buona società dovrebbero sempre partire dalla tutela del debole, per poi arrivare a quella del forte», anche per strada.

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