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La categoria dei sognatori ad occhi aperti - Viaggio in Grecia

La mia sfida.

Kos, GRECIA (Psalidi, Kos Town, Kos airport)

27 agosto 2011 alle ore 2.12

...leggero nel vestito migliore, senza andata né ritorno, senza destinazione...

Strana, matta, poco inquadrabile, curiosa, fuori dal comune, fatta a modo mio e senza intenzione di cambiare. Occasioni sfumate nel nulla e sogni durati una notte per poi sciogliersi come schiuma nel mare.

Ho visto amori di interesse e innamoramenti lampo, pianti disperati sbocciare in sorrisi per un abbraccio o un cenno da lontano, perfetti sconosciuti arrivare a condividere segreti e confidenze di una vita. Ho sentito la stanchezza sparire per il sorriso di uno scricciolo biondo e la malinconia sbriciolarsi nel flash di una foto da quindicenni.

Ho avuto voglia di mollare, rinunciare, abbandonare la nave quando i sorrisi aziendali superavano quelli veri, autentici o quando il fastidio della folla superava lo stupore per la gente. Ho inseguito il tempo quando non era abbastanza, e non sempre l'ho raggiunto. Ho tentato di fermarlo quando pensavo ne valesse la pena, peccando qualche volta di troppa aspettativa.

Leggerezza, empatia, ascolto, voglia di non smettere di stupirsi.

Scazzo, fastidio, nervosismo, voglia di tornare alla rassicurante realtà.

Le regole del gioco cambiano senza sosta in una giostra che ubriaca e non si ferma mai. Varianti infinite di un mondo irreale, un'isola che non c'è intrigante e ambigua, il fascino di un buco nero. Sono il mio unico punto di riferimento, mai immobile, in evoluzione continua anch'io. Migliaia di facce, sorrisi, mani, brividi, abbracci... la sfida è con me, non contro di loro.

La categoria dei sognatori ad occhi aperti.

Kos, Dodecaneso, Grecia

7 settembre 2011 alle ore 3.34

Una faccia una razza, come dicono i greci. Ci si riconoce al volo, da lontano, e non per la maglietta colorata crew, staff, équipe. E' un timbro invisibile, una luce negli occhi, un bagliore nel sorriso che nascono dalla continua necessità di mostrare sempre e solo il lato migliore di sé; vietato mostrarsi stanchi, scazzati, annoiati, arrabbiati, la gente in vacanza deve vederti solo bello, carino, simpatico,

disponibile, gentile e sorridente. Never tired, always smiling.

Ci si vede in aeroporto solo una volta a settimana, ma la vita in villaggio è la stessa per tutti: arrivi, partenze, spiaggia, piscina, gioco aperitivo e gioco caffè, ingresso ristorante, spettacolo, baby dance...

Quelle poche chiacchiere nell'attesa infinita dei voli, col panino in bocca prima di staccare braccialetti e spuntare cognomi, le rapide battute tra un check in del Fiumicino che parte e un pullman numero 4 che arriva bastano a fare da colla a presa rapida. Incrociarsi per caso in Bar Street tra un ballo e uno shottino e sentirsi amici da una vita. Dividersi un pita e una coca e diventare inseparabili compagni d'avventura.

La categoria dei sognatori ad occhi aperti, dicono, gente speciale. Eppure sembra che basti così poco: una maglietta colorata, un sorriso, mille braccialetti e collanine assurdamente scompagnati... ma c'è qualcos'altro dietro, qualcosa di intangibile, appena intuibile. Col passare delle settimane la maglietta scolorisce, il sorriso aziendale si incastra, le storie e i ricordi dietro braccialetti e collanine lasciano il segno.

A fine stagione, fai i conti con l'inevitabile: occhiaie, capelli biondi, ossa sporgenti e pance che prima non c'erano, graffi e lividi che spuntano dal nulla, bende, bruciature... è il mestiere che entra nel sangue, mi diceva un vecchio maestro. E' vita vera che ti passa addosso e non puoi evitare che ti lasci una traccia, visibile o meno poco importa.

Viviamo vite da cartone animato che si ripetono settimanalmente sempre uguali.

Cabaret, tris canzone, varietà, white party, commedia, aeroporto, briefing e di nuovo cabaret. Mini club, stretching, acqua splash, bocce, cocktail game, carte, acqua gym, torneo, aerobica. Monta le luci, sistema le sedie, prepara costumeria, fai il giro tavoli, poi baby dance, spettacolo e seconda serata al bar. Poi aeroporto, pullman, appello, check in, saluti, imbarco, arrivi, ancora pullman, speech, ben arrivati, braccialetti, vi accompagno in camera...

Il mio scopo? Regalare ad ognuna di quelle facce stanche, pallide e spaesate il sorriso della settimana più bella della loro vita. Utopia, certo, forse esagerata. E' il potere dell'IsolaCheNonC'è, un micro mondo che nasce, vive e muore in una settimana o poco più, e qualche volta la magia sembra succedere davvero e quelle luci negli sguardi, quei bagliori nei sorrisi di noi, piccoli Peter Pan, tornano a splendere nonostante le ingombranti occhiaie, i tanti graffi e i troppi ricordi.

Tempo.

Ios, Cicladi, GRECIA.

15 settembre 2010 alle ore 0.30

Tempo...non c'è tempo...

Il tempo rilassato delle chiacchiere al bar, delle uscite notturne che non finiscono mai e si concludono all'alba, degli abbracci inaspettati che profumano di buono. Non c'è. E mi ritrovo ad assistere come da una finestra al tempo che voi invece avete e sfruttate al massimo. Vi sento raccontare delle serate a Chora, degli scherzi in stanza, delle mille foto scattate al tramonto, delle dormite interminabili che quasi fanno saltare il pranzo...ascolto e sorrido comprensiva, un po' invidiosa della vostra situazione privilegiata. Voi potete scegliere. Potete scegliervi, senza riflettere, seguendo l'istinto, la sensazione. Vi osservo, intuisco quasi tutto quel che succede tra di voi, spesso sono proprio io a farvi sedere al tavolo insieme, tento di rubarne un po' di quel tempo che qui devo

dedicare a chiunque in uguali proporzioni, vorrei poter scegliere anch'io con chi prendere il caffè al bar. Ma è sempre poco il tempo, troppo poco. E la promessa di sentirci al momento della partenza è sempre detta a mezza bocca. Voi ci credete davvero, e spesso ci tenete altrettanto. Ma quattro stagioni in giro ti danno purtroppo l'amara consapevolezza che non ce la si farà, perché al di fuori di qua è tutto diverso. Tutte le differenze di provenienza, mentalità, status sociale-economico, esperienza vissuta, che in villaggio si cancellano come per magia, e rendono tutti uguali e sullo stesso piano, nella vita reale ritornano.

Non sarà mai la stessa cosa incontrarsi fuori. Non saremo mai le stesse persone, al di fuori di questa fantastica isola che non c'è. Seppure, per fortuna, anche a questa regola ci sono delle eccezioni...!

Forse nemmeno vi rendete conto di quanto possa essere importante per noi, dall'altra parte della “barricata”, un abbraccio al momento giusto, una nottata in spiaggia, una chiacchierata in più, una canzone rubata dall'iPod, un pranzo rilassato senza controllare in continuazione l'orologio, una serata in giro per il paese senza pensare...boccate d'aria fresca, un po' di ossigeno vero, reale che entra nei polmoni, che riescono a riottenere per un po' un ritmo umano, perdono per un attimo l'ansia della fretta del dover sempre tener d'occhio l'orologio. Attimi di vita vera rubati dentro una vita di cartone animato, spesso fatta di sorrisi aziendali e sterile apparenza, di diffidenza e ipocrisia.

Quei dieci minuti in spiaggia con le cuffie nelle orecchie, la notte in anfiteatro sotto le stelle cadenti, la partita a Uno al bar con le carte che volano via, i due tiri storti al ping pong, il tuffo con tutta la divisa addosso, la salsa ballata al tramonto con la piscina come palcoscenico...è per questi momenti che amo così tanto questo lavoro. È per persone come voi che ogni estate riempio la valigia di risate, sorrisi e voglia di far divertire la gente.

E ritorno a casa con una manciata di storie e ricordi in più...

Oriana Gullone THREE FACES

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