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Vitamina - Viaggio ai Caraibi: Repubblica Dominicana

Sentivo dentro me un'angoscia irrefrenabile ed ero combattuto dalle mie stesse paure. Un senso di vuoto si era aggrappato al mio corpo e continuava a prendersi gioco della mia vita…

Avevo bisogno di un lungo periodo in cui poter staccare in modo repentino dalla routine quotidiana. Scelsi senza avere nessun dubbio i Caraibi e, tra le tante bellezze della regione delle Americhe, optai per la Repubblica Dominicana, un'isola a cui sono molto affezionato.

La prima volta che Cristoforo Colombo la vide, disse: “E' il posto più bello che gli occhi miei abbiano mai visto”, e condivido pienamente il suo pensiero. Feci il biglietto aereo e partii: erano le due e quattordici di notte del 25 aprile, quando lasciai la mia casa per dirigermi verso l'aeroporto di Bologna, dove alle sette partiva l'aereo che mi avrebbe portato prima a Madrid e poi a Santo Domingo. Il viaggio fu molto lungo, circa 8000 km, ma tanto tranquillo.

Arrivai a Santo Domingo alle venti e diciassette ora locale, e in poco tempo mi ritrovai nella macchina di Miguel, un taxista del posto, dove una vecchia radio scandiva il ritmo allegro e sensuale di una bachata. Dopo circa mezz'ora di strade buie - le poche luci sono una consuetudine da queste parti - mi trovai all'hotel Intercontinental V Centenario sul lungomare della città, il Malecon.

Passati i primi giorni in questo posto affascinante, mi inoltrai verso i litorali di sabbia bianca e fine, il mare turchese e le vedute dei paesaggi mozzafiato della costa sud-est dell'isola. La città è una metropoli moderna dove il fascino dell'epoca coloniale si mescola ad una spiccata eleganza contemporanea. Attraversai tutta la costa con il bus della linea Expresso Santo Domingo Bavaro, per fare il viaggio come un vero dominicano.

Ad una fermata, salì una predicatrice. Parlando a voce alta, in spagnolo, solo in parte per me comprensibile, avanzava nel bus e porgeva a tutti i passeggeri una finta banconota da mille pesos dominicani. In un primo momento la presi per pazza, ma poi capii che affermava principi esistenziali molto interessanti. Sulla banconota c'era scritto:

“Il denaro può comprare piacere, ma non l'amore

il denaro compra uno schiavo, ma non un amico

il denaro può comprare una donna, ma non una moglie

il denaro può comprare cibo, ma non l'appetito

il denaro può comprare le medicine, ma non la salute

il denaro può comprare i tranquillanti, ma non la pace

il denaro può comprare la terra, ma non il cielo.”

Non so dire quale fosse la religione della donna, o se fosse appartenuta a qualche strana corrente filosofica, ma credo che vivere nella gioia e nel dolore, qualunque sia il nostro dio, le nostre ideologie politiche o la nostra filosofia, aiuti a godere al meglio la vita.

Il pomeriggio del 27 aprile ero nel Bavaro, sulla breve strada di negozi lungo la spiaggia di El Cortecito. La sera mi ritrovai a provare a ballare la salsa nella pista dello Shop Drink, un locale grazioso dove si ritrovava la gente del posto.

Non fu un grande successo visto le mie poche attitudini al ballo, al pari delle legnose mangrovie che si sviluppavano lungo la costa marina, però mi divertii parecchio. Insieme a un bel gruppo di persone prendemmo una bottiglia di rum dominicano, che qui chiamano Vitamina, che, a differenza di quelli prodotti sulle isole vicine, ha gusto vigoroso e meno dolce.

Fatima, una ragazza del posto, con un grande sorriso, mi disse: “Nella vita abbiamo così tanti problemi che se dovessimo pensare a tutto, non vivremmo più, allora meglio ridere sempre!”.

Ho vissuto emozioni uniche, qui le persone mi hanno regalato sensazioni impareggiabili e la loro amicizia e cortesia ha fatto in modo che maturassi tanta fiducia sul futuro.

I ritmi sono lenti e si respira ancora quel senso di comunità, amicizia, fratellanza e solidarietà, ormai perso da noi: questo mi fa diventare sempre più consapevole del fatto che il benessere e la ricchezza non sono necessariamente sinonimo di felicità. La conoscenza di una realtà diversa, molto lontana dalla mia, e l'esperienza che ogni suono mi ha donato è preziosa; ha arricchito di valori il mio bagaglio, mi ha aperto la mente facendomi sentire migliore.

Ripenso allo storico, politico, scrittore e poeta francese Alphonse de Lamartine che diceva: “Non esiste uomo completo se non colui che ha viaggiato molto, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”.

Vitamina

Sorrisi rallegrano il mio cuore

paesaggi rapiscono il mio sguardo

gli occhi miei, non hanno mai

visto tanta bellezza.

Le spiagge il mare le palme

i tramonti le albe

la musica i balli le feste

i quadri e i pochi colori

è il quadro ammirato.

Gente gioiosa

insegna a me,

avaro di emozioni,

inutile piangersi addosso.

Leonardo Manetti

THREE

FACES

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