Ho viaggiato molte volte, attraverso le vite degli altri. Sono stata a Palma, ad Ibiza, a Pisa, a Kaunas, a Rodi, ad Oslo, a Bergerac ed in molti altri posti, tramite loro. Attraverso i maglioncini dolcevita e le infradito buttate qua e là. Attraverso le loro facce stanche e gli occhi che hanno visto tanto ed ancora tanto hanno da vedere. Ho visto le mani di anziani, ancora, dopo tanti anni, strette l’una all’altra; le coccole sfrenate di una mamma al suo neonato; baci intimissimi e nervosismi malcelati. Pianti, ansie, euforie di vero entusiasmo ed euforie da ubriacature. Ho sfiorato le loro gentilezze e malumori per minuti ed ore. Ho stretto i denti e abbassato lo sguardo alla vista delle carezze che io avrei voluto ricevere e sorriso, modesta, davanti ai complimenti o alla rabbia scagliatami addosso. Ho visto padri-amici e mamme orgogliose, figli modello e fidanzati non curanti. Ho viaggiato con loro e poi li ho lasciati andare; li ho accompagnati per poi tornare sempre al punto di partenza. Abbiamo attraversato le stesse nuvole ma non con le stesse intenzioni ne intensità d’animo. Sono stata scrutata, additata, ammirata, compatita, apprezzata durante quei viaggi che sembravano a volte non finire mai. Li ho accolti e poi risalutati con un sorriso per non rivederli mai più… o chissà. La cabina era lunga ed i piedi mi facevano male, i collant erano troppo stretti e il trucco ormai sbavato. Io ero stanca e loro finivano per essere solo le lettere di una data fila. Ma spesso, invece, erano sorrisi sinceri e sconosciuti che, dopo qualche ora, erano già diventati come familiari. Forse percorreranno ancora molti chilometri, ma non insieme a me. Ci sarà qualcun altro al posto mio, ed anche per me sarà diverso. Siederò adesso accanto a loro essendo una di loro. Guarderò dal mio sedile lungo la cabina ed i passeggeri accanto a me bisbiglieranno qualcosa durante la safety demo, strabuzzando gli occhi o sghignazzando. Sarò io il 22 F o il 16 A mentre le assistenti di volo continueranno ad andare su e giù, ora sciantose, ora affannate, lungo la cabina. A Pula, a Marsiglia, a Berlino scenderò per l’amore del viaggio e la curiosità di scoprire quanta bellezza il mondo ha da offrirmi. Il mio viaggio non si ferma: cambia punto di vista. I miei occhi li punto, adesso, fuori dal finestrino…
Martina De Vivo THREE FACES